vaccini

I VACCINI DI MARZO

Il carretto passava e quell’uomo gridava vaccini.Al ventuno del mese i nostri erano già finitiIo pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestitiIl piu’ bello era nero coi fiori non ancora appassitiAll’uscita dalla dad i ragazzi vendevano i libriIo restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarliPoi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente i suoi tarliE alla sera al telefono il medico

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