SIGNORI, COSÌ SI FA!
SIGNORI, DATECI CONTO!

Domani 6 aprile 2022 si riunisce in seduta straordinario il Consiglio comunale di Corato. Ci sarà, come al solito, un lungo ordine del giorno su cui discutere e deliberare. Si tratta di argomenti, “dichiarazioni di interesse pubblico” e “regolamenti”, in cui è obbligatoriamente richiesta la approvazione del Consiglio comunale. In pratica si tratta di ratificare quanto è già stato eventualmente discusso nelle commissioni o di approvare atti propedeutici a specifici provvedimenti amministrativi.

Insomma, si tratta, nonostante la “straordinarietà” della seduta, di lavoro ordinario del Consiglio. Come dicono gli inglesi, “job as usual”. Così, nonostante la gioiosa macchina della rivoluzione gentile, pur essendo stata messa in moto, stenta ad ingranare. Le marce non entrano, il motore va a “bassi giri” col rischio di ingripparsi.

Prendersela solo col Sindaco o con gli Assessori forse è sbagliato.
Infatti, se appena appena ci sintonizziamo sullo stato della nostra città e sugli avvenimenti che si sono verificati negli ultimi mesi, se poco poco andiamo a vedere come sia in ebollizione la pentola del potere locale, se niente niente volgiamo lo sguardo verso la pubblica opinione e il dibattito sferzante della piazza, non possiamo non vedere come le responsabilità siano primariamente del Consiglio comunale.

Non basta affatto un Consiglio che ratifichi. Per Corato serve un Consiglio comunale che indirizzi e controlli. Soprattutto che controlli. C’è oramai una insostenibile discrasia, una completa disarmonia tra l’organo di rappresentanza popolare per eccellenza, ovvero il Consiglio e l’organo amministrativo ed esecutivo, cioè la Giunta e il Sindaco.

Se il Consiglio comunale è per norma il “massimo organo rappresentativo” della comunità locale e quello in cui risiede primariamente la “forza politica”, allora bisogna dire che le responsabilità di quanto sta accadendo in città non è di strettamente del Sindaco o degli Assessori, ma primariamente del Consiglio che non riesce a interpretare e a trasmettere in modo efficace la volontà popolare. E ciò, indipendentemente, che si tratti di consiglieri di maggioranza o di opposizione. Ricordiamo che ogni consigliere, senza vincolo di mandato, si deve fare interprete permanente della volontà popolare a vantaggio dell’intera comunità cittadina, e non solo del proprio elettorato o di quello del proprio partito.

È vero che tra i vari organi di governo della città, soprattutto da parte della maggioranza, ma anche della minoranza, ci deve essere una “dialettica collaborativa e propositiva” verso l’esecutivo. Ciò, però, non può e non deve assolutamente scivolare verso lo svilimento delle prerogative, e certe volte verso la obliterazione, di ciò che è “naturale ed essenziale” per il Consiglio comunale, ovvero indirizzare e controllare.

Non è proprio più tollerabile a Corato un Consiglio comunale che si caratterizza per assenteismo e superficialità, per atteggiamento supino e sussiegoso, per disattenzione se non per copertura di certi assessori che non stanno svolgendo affatto il proprio compito o lo stanno svolgendo in modo inadeguato, o addirittura nel dubbio di favoritismi e clientelismi.

Corato versa in uno stato pietoso, rispetto alla sua “fisicità” soprattutto. Nel mentre, assistiamo ad assessori, come quelli dei lavori pubblici, attività produttive, agricoltura, politiche giovanili, che sono veri e propri fantasmi. Di converso assistiamo, come invece non dovrebbe essere, alla ostensione del primato di rappresentanza del Sindaco e alla conseguente sua sovraesposizione mediatica, anche di fronte a responsabilità che, onestamente e oggettivamente, non sono direttamente sue ma dei suoi assessori.

Non è possibile che il Consiglio comunale non si accorga che l’azione amministrativa di Corato è orientata e si stia realizzando più sotto il dominio di ciò che è immateriale, come le attività culturali, di spettacolo e pseudo-sociali, e non per ciò che è materiale, e quindi indispensabile ed essenziale per tutti, come la corretta tenuta delle strade, delle piazze, del verde pubblico, dell’igiene e della sicurezza, dei servizi pubblici come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, delle mense scolastiche, dei trasporti pubblici, della circolazione organizzazione del traffico e dei servizi al cittadino in genere.

Si ha l’impressione che il Sindaco e la Giunta vadano a ruota libera, senza quel rigore che agli amministratori “impone” di fare non ciò che a loro piace, ma ciò che serve alla città, sempre che ne abbiano voglia e capacità. Su questo però, prima ancora che il semplice cittadino, deve essere sempre presente l’occhio vigile del Consiglio comunale. È quest’ultimo che prende in carico, sostiene e anche controlla, dopo averlo indirizzato politicamente, l’operato degli assessori ed anche dello stesso Sindaco.

Il Consiglio comunale, a parte la sua organizzazione in “commissioni” per tutti gli atti preparatori, ha -non dimentichiamolo- anche lo strumento degli “atti di sindacato ispettivo”, per i quali è possibile tallonare il corretto esercizio del potere esecutivo della Giunta e del Sindaco, e addirittura quello dello stesso Consiglio comunale, specie quando chi presiede quest’ultimo sia piuttosto “accomodante” verso il Sindaco e gli Assessori.

Rispetto all’attuale composizione del Consiglio comunale di Corato, con un livello di istruzione e di preparazione ben più alto che nel passato, il giudizio di “efficienza ed efficacia politica”, salvo alcuni singoli casi, non può dirsi soddisfacente. I Consiglieri tutti, forse per eccesso di vincolo di partito o di parentela, non stanno mettendo in campo tutte le loro capacità ed esercitando tutte le loro prerogative.

È questo, al di là della collocazione politica dei consiglieri, uno dei limiti che frena l’azione di governo della città, la sua forza di coinvolgimento, la sua miopia nel non distinguere il pane dal companatico, i suoi obblighi nel fronteggiare quotidianamente i tantissimi piccoli problemi. Come pure è un limite del Consiglio comunale il non “coivolgersi” più direttamente in alcune scelte strategiche, come per esempio il PNRR, lo sviluppo produttivo, il piano urbanistico, la sanità territoriale, la nascita di un Istituto Tecnico Superiore ed altro ancora.

A niente serve la scusante della cattiva eredità delle passate amministrazioni o quella dei vuoti di potere dei commissariamenti che, è vero, hanno fatto molto male alla città, ma che oggi, a distanza di un anno e mezzo dal voto, non possono più essere un alibi o il paravento delle critiche, delle lamentele e, purtroppo, anche degli scomposti improperi che ogni giorno si leggono sui social.

Domani ci sarà un nuovo Consiglio comunale. Speriamo che qualche anima buona abbia un moto interiore di libertà e di franchezza. Speriamo che qualche anima buona riconsideri il suo stesso ruolo e che, quindi, abbia il coraggio di dire al Sindaco e agli Assessori: “Signori, così si fa! Signori, dateci conto!”

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