CORATO E IL CONVEGNO SUL PNRR.
UN SUCCESSO… A METÀ

Si è svolto il 4 febbraio 2022 presso il Teatro Comunale di Corato il Convegno intitolato: “PNRR: Una sfida per la crescita del SUD”. Il convegno è stato organizzato dal Comune di Corato, dalla Fondazione Cannillo e dall’Associazione Imprenditori Coratini rispettivamente rappresentati dal sindaco Corrado De Benedittis e dai presidenti Franco Cannillo e Franco Squeo.
All’importante appuntamento si è giunti con qualche tempo di ritardo rispetto a quanto annunciato nei mesi precedenti, oltre che rispetto ai tempi sempre più stretti di preparazione e partecipazione alle fasi operative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il Convegno coratino è stato strutturato in tre sezioni, due antimeridiane e una pomeridiana aventi rispettivamente come temi centrali il PNRR in relazione al sistema di programmazione degli Enti Locali, al sistema di programmazione delle Imprese e agli Strumenti operativi.
Dopo i saluti istituzionali e quelli degli organizzatori si sono succeduti una decina di interventi tra cui quelli di Daniela Caterino dell’università di Bari, dell’On. Ubaldo Pagano Capogruppo della V Commissione permanente Bilancio e Tesoro, di Gianna Berlingerio direttrice del dipartimento sviluppo economico della Regione Puglia.
Al Convegno ha assistito un nutrito pubblico, tra cui un gruppo di studenti dell’Istituto Tecnico “Tannoia”, più o meno direttamente interessato alle tematiche trattate. In tanti hanno potuto seguire sulla rete Internet, dove è ancora disponibile, lo svolgimento del Convegno.
Senza entrare nello specifico dei tanti interventi, alcuni dei quali molto specialistici, val la pena di ricordare, quasi alla lettera, alcuni passaggi specifici del PNRR che, ricordiamolo, fa parte del Recovery Fund legato al grandioso intervento europeo intitolato Next Generation Europe a seguito del grande disastro economico-sociale della pandemia da Covid-19.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede sei missioni:
1 digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
2 rivoluzione verde e transizione ecologica;
3 infrastrutture per una mobilità sostenibile;
4 istruzione e ricerca;
5 inclusione e coesione;
6 salute.

Per l’Italia il 40 per cento circa delle risorse territorializzabili del Piano sono destinate al Mezzogiorno.
Il PNRR prevede quattro importanti riforme di contesto: 1 pubblica amministrazione, 2 giustizia, 3 semplificazione della legislazione, 4 promozione della concorrenza.
L’obiettivo del PNRR è una marcata sburocratizzazione per ridurre i costi e i tempi che attualmente gravano su imprese e cittadini.
Il Regolamento RRF enuncia sei grandi aree di intervento, detti significativamente “pilastri”: •1 Transizione verde; •2 Trasformazione digitale; •3 Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; •4 Coesione sociale e territoriale; 5• Salute; •6 Resilienza economica, sociale e istituzionale.
Le Amministrazioni sono responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale.
I Piani devono inoltre sostenere la Ricerca e lo Sviluppo (R&S) nelle Telecomunicazioni (TLC) e l’adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese, in particolare delle piccole e medie. Le competenze digitali di cittadini e lavoratori devono aumentare, così come la loro capacità di accesso a strumenti e servizi digitali.

Prima di fare qualche opportuna considerazione sul convegno coratino, vale anche la pena di ricordare che sono quasi 210 miliardi di euro i fondi stanziati dall’Unione Europea per l’Italia e che solo la minor parte di essi sono a “fondo perduto” mentre la gran parte dovrà essere restituita. Se facessimo una banale divisione della somma complessiva destinata al nostro Paese per il numero di abitanti della nostra città, non ci crederete, ma a Corato toccherebbero circa 170 milioni di euro. Ovviamente questa ipotesi non ha alcun significato se non per dimostrare quali ingenti risorse, direttamente o indirettamente, spetterebbero alla nostra città.
Anche sul destinatario di questa stratosferica e ipotetica cifra va fatta una fondamentale precisazione, ed è questa: i fondi del PNRR sono “fondi pubblici per il pubblico”, ovvero per le comunità. Essi non sono per i privati, se non in parte e indirettamente. Infatti tali fondi non possono, in gran parte, che essere spesi attraverso la partecipazione dei privati al raggiungimento degli obiettivi generali previsti.
È evidente che il compito di elaborare, con tutti gli strumenti previsti dalla partecipazione democratica, il modo con cui svolgere queste sei missioni, calibrando tra esse e all’interno di esse, spetta alle pubbliche istituzioni, e in particolare a quelle territoriali e ai comuni.
Se è così, allora bisogna dire che il Comune di Corato finora è rimasto piuttosto “tiepido e inerte” nell’assolvere al proprio ruolo. Infatti, non solo il convegno è stato organizzato sotto la spinta e col contributo di privati, ma che nel corso dello stesso non ci sono stati contributi di esperti o funzionari del Comune e che gli interventi del sindaco De Benedittis sono stati più di tipo politico, a tratti dal sapore elettorale, che programmatico e amministrativo.
Negli interventi del sindaco De Benedittis, infatti, da un lato sono state richiamate alcune “specifiche” del PNRR dall’altro sono stati fatti riferimenti molto impropri e piuttosto arbitrari sull’utilizzo delle risorse come, per esempio, la riprogettazione del corso cittadino e di via Duomo e, soprattutto, il rifacimento dell’Estramurale. Come pure si è fatto riferimento ad un utilizzo, col contributo di soldi pubblici, del vecchio Mulino Basile di proprietà di un privato, che poi sarebbe concomitante o in concorrenza con l’altra iniziativa in corso di avere a Corato un Istituto Tecnico Superiore che copra la vocazione agro-alimentare della economia cittadina. Per non parlare degli ormai famosi cinque milioni di euro per il recupero del vecchio Liceo “Oriani” che col PNRR c’entra come i cavoli a colazione. Insomma, da parte di De Benedittis da un lato gli opportuni richiami al PNRR, dall’altro gli annunci impropri di importanti interventi urbanistici. Una contraddizione che forse in pochi hanno colto e che nessuno finora ha evidenziato.
A fronte degli interventi dei rappresentanti della regione Puglia e della Città metropolitana di Bari ci sarebbe stato bisogno di un vero e proprio chiarimento e confronto sulle dinamiche operative del PNRR rispetto alla nostra città. Sarebbe stato opportuno presentare relazioni circostanziate sulla situazione economico-sociale di Corato, a cominciare proprio dal settore agricolo e dalla necessità di dar corpo ad un grande progetto di valorizzazione dell’olio da cultivar “la Coratina”. Come pure sarebbe stato più che opportuno, rispetto alle prime due missioni del PNRR, fare riferimento alla necessità di snellimento della burocrazia locale e di molti servizi pubblici, oltre che nelle scuole e nella sanità, attraverso una moderna “rivoluzione digitale”. Oltre ciò, e in modo deciso, ci sarebbe stato bisogno di mettere in risalto il diritto di Corato di essere trattata dalla regione e dalla città metropolitana come comunità protagonista e risorsa del territorio e non, come spesso avviene, in modo “residuale”.
Gli imprenditori Franco Cannillo e Franco Squeo hanno fatto bene la loro parte nel richiedere che le pubbliche istituzioni e l’Ente locale si attivino nel rendere proficua per il sistema economico locale l’occasione irripetibile del PNRR. Un limite però c’è stato nei loro brevi ma significativi interventi. È stato quello di aver confuso o sovrapposto gli interventi strutturali di cui da sempre la nostra città ha bisogno per quanto riguarda l’urbanistica della zona industriale con la destinazione dei fondi del PNRR. Come pure sarebbe stato opportuno che loro come imprenditori lanciassero un chiaro messaggio a tutto il mondo imprenditoriale coratino e territoriale ad unirsi in un organismo di rappresentanza, magari insieme alle forze del lavoro, per contribuire ad elaborare quelle proposte e quei progetti che devono essere presentati per la assegnazione dei fondi.
Ultima grave mancanza del convegno è stata l’assenza di rappresentanza delle scuole e di importanti realtà culturali, associative e professionali della nostra città. Nonostante il sindaco nel suo discorso abbia fatto riferimento a loro, ed anche ai comuni cittadini, nessuno è stato invitato. Si è persa così l’ennesima occasione di rappresentazione dei gravi problemi della scuola di Corato, a cominciare da quello relativo ad una sede dignitosa e moderna per il Liceo “A. Oriani”. A tale proposito spetta proprio al Comune elaborare una analisi complessiva della offerta formativa di Corato ed elaborare un piano credibile a favore delle grandi potenzialità dei giovani e degli studenti di Corato costretti in gran numero ad emigrare.

Il Convegno si è chiuso, purtroppo, senza un documento finale che in qualche modo potesse essere una nuova base di partenza per tutte le azioni e gli adempimenti successivi sia per l’Ente e la Comunità locale che per gli organismi sovra-ordinati e comunque interessati.
Nonostante i limiti e le lacune a cui si è fatto riferimento, il Convegno coratino del quattro febbraio ha avuto complessivamente un suo valore quantomeno nell’aver portato l’attenzione collettiva su un nodo centrale del futuro politico-amministrativo e su quello economico-sociale di Corato. Se il PNRR non si risolverà in una grande manovra speculativa e propagandistica, come spesso è avvenuto in passato per altri grandi interventi sul nostro territorio, a cominciare da quelli della Riforma fondiaria o della Cassa del Mezzogiorno, Corato se ne potrà grandemente beneficiare.
Complessivamente il Convegno è stato un successo? Certo… ma a metà. Si poteva fare di più e meglio. Speriamo nel futuro. Speriamo bene.

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