Stamane sono andato a prendere mio figlio minorenne da scuola per una visita specialistica, che non si era potuta spostare al pomeriggio. Ebbene, se si vuol capire cosa si intende per eccesso di formalismo e cosa avvelena il nostro vivere quotidiano, questa è l’esperienza da non mancare.
Infatti, a scuola mi veniva consegnato un modulo da compilare con un insieme di informazioni alcune sensate, altre palesemente inutili con la finalità di accertare la mia identità.
Venivo esentato, forse perché tutto sommato non ho l’ aspetto lombrosiano dell’ ergastolano, solo dal fornire le impronte digitali e l’ esame del DNA accompagnato magari dalla presentazione delle immagini ecografiche di mio figlio nel ventre materno a corredo della certificazione della mia paternità.
Ancora una volta un insieme di puttanate a cui si è tenuti a sottostare al tempo del covid, che evidentemente facevano disperdere del tempo prezioso, visto che in questo mondo capita anche di lavorare e che, a causa di ciò, si è costretti a richiedere una serie di permessi per assentarsi.
Andrebbe, altresì, pure evidenziato che questi adempimenti ovviamente creavano assembramento e nervosismo, considerato che non ero il solo ad avere la stessa necessità.
Non vi dico poi come reagiva la signora addetta a simili operazioni, quando si accorgeva che avevo compilato un riquadro che andava lasciato libero nella errata mia convinzione che in questi casi abundantis abundantibus.
In pratica per questo semplice ” prelievo” andava via mezz’ora.
Sicuramente avrei fatto meno fatica a richiedere al dentista la cortesia di raggiungerci a scuola: si trattava in fondo di un semplice controllo dell’ apparecchietto.
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