IL PACCO DI NATALE

Da giorni, forse da settimane, la politica a Corato sta in time out. Il dibattito politico è sospeso. Non si è capito se per scelta deliberata degli “attori in scena” o per semplice opportunismo conseguente al clima pre-natalizio. Sta di fatto che la stampa locale non riporta nessun argomento e fatto politico o amministrativo degno rilievo. E ciò per il semplice motivo che fatti notevoli non ce ne sono. Solo fatterelli, manovrine e manfrine di facciata, as usual.
Sulla città è di fatto calata una cappa di silenzio, interrotto solo dalla polemica vivace, scontrosa, personale dei social. Polemica fondata su dati di fatto ma del tutto improduttiva sugli effetti. Tutto resta inascoltato, o quasi.
Si parla con enfasi contrapposte sui soliti e occasionali argomenti delle buche stradali, delle giostrine rotte, dei furtarelli nelle campagne, dei piccoli disagi al centro vaccinale, delle strade buie e delle luci spente, delle erbacce ricresciute, dei maldestri e improvvisati interventi di arredo urbano, delle luminarie natalizie inesistenti, di alberi di Natale omaggiati molto belli e luminosi, di alberi acquistati dal comune e impietosamente indicati a “forma di supposta”, di alberi veri generosamente addobbati per grazia di tanti volontari e allocati in una piazza col doppio nome; quello ufficiale di piazza Almirante, per “quelli di centrodestra”, e quello consuetudinario di piazza Palermo, per i governativi di centrosinistra. Su questi argomenti e su altre quisquilie decembrine si scatenano, come detto, agguerrite discussioni che non portano a nulla e che anzi servono ai decisori pubblici come continue scuse e diversivi per sottrarsi al dibattito sulle scelte strategiche, sui metodi amministrativi e sugli interessi generali della città. Insomma, in questi giorni il dibattito politico è, come suol dirsi, tutto fumo senza arrosto.
La verità è che Corato langue per vizi pubblici e appena si salva per private virtù. Esattamente il contrario del celebre detto. Tocca, sempre più spesso ai cittadini sopperire alle lacune della politica che si fa bella con le parole ma che si intristisce davanti ai fatti. Tocca ai cittadini più probi rimboccarsi le maniche e provvedere di tasca propria e con impegno gratuito fin dove possibile alla risoluzione di tanti problemi, in primis alla pulizia di strade e piazze.
Ormai è un copione visto e rivisto. È un copione che si ripete sempre uguale a se stesso. È un copione che da un lato induce al plauso e dall’altro suscita biasimo.
Ed è un copione visto e rivisto quello del sindaco che ad ogni occasione fa discorsi alti e riflessioni profonde, con qualche dotta citazione e linguaggio forbito, e che addirittura sempre più spesso “indica la strada”, citando e forse imitando Che Guevara o don Tonino Bello, ma che poi si perde nella concretezza e nella operatività quotidiana.
Come pure è uno stanco copione il profluvio dei “mi piace” sotto ogni post, messaggio e selfie del primo cittadino a cui, però, da qualche tempo fanno da contrappunto i commenti piccati e irriverenti dei tanti cittadini delusi e traditi da quella rivoluzione contro i partiti e il sistema, presentata come “gentile” ma che in realtà si sta rivelando ostile perché è ormai un fiume rientrato nell’antico alveo del “partitismo”, alimentato dalle acque sotterranee del populismo e del personalismo, ed anche, a detta di tanti, del clientelismo, del nepotismo, del favoritismo.
Il “punto”, mai termine fu così appropriato, è che così andando avanti a Corato la politica muore di disinteresse, di indifferenza, di frustrazioni e finanche di sabotaggi veri o presunti.
Tocca quindi tornare al dibattito vero, sperando che chi ha il potere non solo non la prenda a male ma si renda disponibile.
Al punto in cui siamo serve il confronto vero e non solo la sua messinscena, a cominciare dall’aula consiliare. Come pure è fondamentale finirla con la demonizzazione ideologica di chi non è o, semplicemente, non appare come “politicamente corretto”.
Insomma, sotto l’albero di Natale mettiamoci anche il piccolo pacco della “politica coi fiocchi”, non quello della “politica dei balocchi’ o quello della “politica per gli allocchi”.

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