Papi, papa’ e paperelle

Erano gli anni del Pontificato di Papa Montini, allorche’ la domenica, io e mio padre, eravamo soliti all’ uscita dalla messa intrattenerci presso la Montagnola a gustare un gelato del bar li vicino. E qui che, sopraffatto dall’ amore per gli animali, spesso mi capitava di dividere il mio pasto al cioccolato con le paperelle ivi domiciliate che, ingrate, gradivano a tal punto da strozzarsi con lo stecchino. Di lì a qualche giorno le suicide venivano sostituite da loro consorelle, anch’ esse deportate da chissa’ quale paese e così per diversi anni fino allo sterminio di un’ intera colonia. La presenza delle paperelle, come si puo’ intuire, non duro’ a lungo :la moria fu più veloce della loro capacita’ riproduttiva, tant’ e’ che l’ amministrazione decise di lasciar perdere. La Montagnola, poverina, rimase senza le sue creature e cadde in depressione. A distanza di molti anni dopo, pero’, ecco che finalmente quest’ area fu letteralmente ripopolata di nuove paperelle, seppur con sembianze umane: negli anni 80, infatti lo struscio serale dei giovani si impose in questa zona con la presenza delle più belle “paperelle” della citta’. Ricordo ancora Miss Papera 1983, da noi ragazzi molto apprezzata.
Adesso pare che alcuni nostalgici del tempo che fu, con il pretesto di abituare i bimbi del nuovo millennio al mondo animale stiano per promuoverne il ritorno. Temo, purtroppo, che questa pregevole iniziativa avra’ a subire diverse proteste da parte delle associazioni animaliste, le quali sicuramente non vedranno di buon occhio l’ abuso di questi animali specie ora che fa freddo e siamo in piena pandemia.

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